1. Vivere insieme nella casa di Dio

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Ilmonaco cistercense non vive da solo, ma si unisce ad altri fratelli per cercare insieme Dio, in una comunità, sotto la guida di un abate. In questa ricerca di Dio, la vita fraterna ha un ruolo primario come scuola di carità, dove persone unite da uno stesso desiderio si scambiano aiuto e conforto. Essa permette inoltre una progressiva presa di coscienza delle proprie debolezze e dei propri limiti. Sperimentando la propria miseria nella misericordia di Dio, il monaco viene gradualmente condotto in un cammino di umiltà e di comprensione verso i fratelli. Mentre la pazienza dei fratelli nei propri riguardi gli fa toccare qualcosa della tenerezza di Dio. Così la comunione fraterna diventa in certo modo segno della carità che regna nel cuore della Trinità. Un anziano sarà esempio e segno di speranza nel momento della prova e l'amicizia e la solidità di un altro fratello un aiuto nel momento della difficoltà. Tutto nella giornata, la preghiera, il lavoro, la lettura, i pasti o il riposo, si vive in comune, tuttavia in un clima di solitudine favorito dal silenzio, segno di delicatezza e di attenzione rispettosa verso i fratelli. Nella comunità il monaco vive nella fedeltà e nella perseveranza fino alla morte. Cerca l'unità con l'abate e con i fratelli nell'obbedienza reciproca, nella corresponsabilità, nel dialogo, nella vera libertà e nella disponibilità ad una autentica amicizia.