3. Formazione

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Il processo formativo del monaco richiede molto tempo, poiché il suo fine è quello di restaurare nei fratelli la somiglianza con Dio, per l'azione dello Spirito Santo. Aiutati dalla sollecitudine materna della Madre di Dio, i fratelli progrediscono nella "conversatio" monastica per giungere gradualmente alla piena misura della statura di Cristo (cf. C 45, 1). In questo cammino, si fa l’esperienza fondamentale che la solitudine, la preghiera continua, il lavoro umile, la povertà volontaria, la castità nel celibato e l'obbedienza non sono arti umane né si possono imparare dagli uomini. Sono semi della Grazia. L’insegnamento dell'abate, l'esperienza e la saggezza degli anziani, il sostegno e l'esempio continuo della comunità, soprattutto nei momenti di fatica causati dalle diverse prove e vicissitudini dell'itinerario spirituale, costituiscono per i fratelli il terreno fertile in cui trovare aiuto e sostegno per la propria crescita (cf. C 45, 2). Chi si presenta come aspirante alla vita monastica viene accolto presso la foresteria del monastero. Il frequentare il monastero gli renderà familiare la comunità dei fratelli, ma gli verranno prospettate tutte le difficoltà e asprezze attraverso le quali si va a Dio. In questa fase si opera il discernimento per verificare e valutare la disposizione spirituale, la maturità e la salute richieste dalla vita monastica.